Inserire nel decreto sulla giustizia civile la norma che prevede di semplificare le procedure per ottenere il divorzio anche in presenza di figli minori o disabili è un obbrobrio legislativo. Non si tratta di essere bacchettoni o oscurantisti. Ma di garantire tutele per i soggetti più deboli, che possono essere uno dei coniugi ma a maggior ragione uno o più figli minorenni. Serve una riflessione attenta su questi temi, che non hanno carattere di necessità e urgenza. Si può approvare un decreto per snellire l’arretrato civile, ma non si può intervenire a gamba tesa su questioni così delicate. In discussione è il modello di società che intendiamo delineare. Sposarsi non è un obbligo. Ma chi lo fa ha dei doveri da affrontare. La norma approvata ieri in commissione Giustizia al Senato viola la legge, viola i dettami costituzionali. È una vergogna sulla quale non possiamo transigere.
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