“Quando a Londra fu eletto un sindaco islamico si disse che con l’integrazione, sintetizzata da questo fatto simbolico, tutto sarebbe andato meglio. Abbiamo visto quel che è successo. Ovviamente la colpa non è del sindaco ma di un modello multietnico sbagliato di cui Londra e l’Inghilterra sono state il crogiolo. Un modello errato che non produce integrazione ma devastazione. È la radice stessa della cultura islamica che produce intolleranza. Finiamola quindi con l’ipocrisia, di parlare di terrorismo ‘islamista’ mentre è chiaramente islamico. Basta con i concerti di solidarietà, con i minuti di silenzio, con la festa dell’impotenza da parte dell’Occidente. Servono retate, controlli, arresti di massa mentre gli aerei internazionali devono spianare in maniera definitiva lo Stato islamico. In Europa vanno poi realizzati luoghi dove trattenere tutte le persone sospette. Siamo stufi di scoprire il giorno dopo che gli autori degli attentati erano conosciuti alle forze di polizia e ai servizi segreti. Tutti noti, tutti schedati ma impossibile seguirli. E allora ribaltiamo il concetto: tratteniamoli con leggi speciali. Illudersi di uscire da questa tragedia con mezzi ordinari è un attentato alla vita dei nostri popoli. I politici che continueranno con le chiacchiere sull’integrazione saranno responsabili di questa strage, come lo sono coloro che continuano a far sbarcare migliaia di clandestini al giorno in Italia. Bisogna voltare pagina. Chi ha ruoli istituzionali deve assumersi le proprie responsabilità per la sicurezza del nostro Paese. È tempo di scelte e azioni concrete, di pensare alle nostre città, senza gite all’estero dietro a un pallone”.
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