È un grave errore privare la tv pubblica di 150 milioni di euro senza alcuna indicazione strategica. Il governo vuole che la Rai giustamente si inoltri di più nei sentieri dell’innovazione tecnologica per farla diventare una vera e propria media company? Vincoli allora l’uso di una parte dei soldi del canone, ad esempio 150 milioni di euro, a investimenti in questa direzione. Tagli senza strategie sono invece un modo miope di affrontare la situazione. Peraltro i cittadini non troveranno alcun beneficio da queste risorse sottratte alla Rai perché non verrebbe ridotto di analoga cifra il canone. Siamo, insomma, di fronte all’ennesimo attacco demagogico, perché se è giusto combattere gli sprechi, è un errore destabilizzare le aziende. Ho ribadito questo orientamento in commissione di Vigilanza nel corso dell’audizione del dg Gubitosi che, ovviamente, essendo un manager di una azienda pubblica non può che eseguire le indicazioni del governo. Tuttavia ha ammesso che non c’è alcun ostacolo normativo a investimenti nella direzione innovativa. Affermazione che invece aveva fatto il sottosegretario Giacomelli. Le norme ci sono. Sono governi incapaci o sottosegretari senza deleghe e ignari della materia che non le sanno attuare.
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