“Gioia fortissima per il recupero dei primi superstiti della terribile valanga che si è abbattuta sull’hotel Rigopiano e un riconoscimento immenso ai soccorritori per il coraggio e la determinazione dimostrata. Ma a questo punto una domanda è d’obbligo: perché non si è agito prima? Secondo la testimonianza di Quintino Marcella, professore e amico del cuoco Giampiero Parete che ha dato lo straziante allarme chiamandolo, i soccorsi sarebbero partiti tardi perché la sua richiesta non è stata ritenuta attendibile. Alle 17.40 circa, Marcella avrebbe chiamato prima la Polizia, poi il coordinamento della Prefettura che non lo ha creduto. Anzi, secondo quanto Marcella ha riportato in una drammatica intervista a Qn, la responsabile della Prefettura addirittura un’ora dopo lo avrebbe telefonato facendogli una domanda trabocchetto per verificare la veridicità delle sue parole. Quanto accaduto credo meriti un supplemento di riflessione. Marcella ha chiamato la Prefettura, dopodiché 118, 112, 113, 115 invano. Se è vero, chi gli ha risposto? Perché non lo hanno creduto? Vogliamo i nomi e i cognomi, perché se è doveroso lodare gli eroi, bisogna sapere chi è il responsabile di colpe orribili. Sono state perse ore preziosissime. Un allarme l’albergo lo aveva lanciato già nella mattina di mercoledì perché isolato dalla neve. Erano in attesa tutti di essere liberati ma anche in questo caso il mezzo spazzaneve richiesto non è arrivato. Non è il tempo della polemica. Ma credo sia doverosa una risposta agli italiani. Fuori i nomi di chi ha risposto alle telefonate negando il soccorso. L’Italia deve sapere. L’Italia deve punire”. Lo dichiara il sen. Maurizio Gasparri (FI).
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