E’ un voto storico quello con cui oggi il Senato ha dato il via libera al presidenzialismo nella nostra Costituzione. E’ una scelta che guarda al futuro, ad un rafforzamento della democrazia diretta e dei sistemi di partecipazione dei cittadini alla vita delle Istituzioni. Rivendichiamo il merito di aver avanzato questa proposta, che non è improvvisata ma che invece affonda profondamente le sue radici nel dibattito della nostra Repubblica democratica. Da tempo si avvertiva l’esigenza di una modifica del nostro impianto costituzionale. Una battaglia che attraversa tutta la storia italiana e che coinvolge i suoi maggiori esponenti, da Valiani a Calamandrei, da Almirante a Berlusconi ed a tutto il Pdl. Il presidenzialismo in Italia è perciò una battaglia pluridecennale, frutto anche di un processo di ‘presidenzializzazione’ della nostra struttura costituzionale. Non è quindi una scelta di propaganda e nemmeno una bandiera da sventolare, come qualcuno a sinistra si affanna a ripetere. In Parlamento chi oggi non ha votato il presidenzialismo si è opposto ad un richiesta condivisa di rafforzamento della democrazia, che specie in un momento di così diffusa crisi della politica sarebbe stata una risposta efficace. Il Popolo della Libertà invece ha deciso di lanciare questa sfida, nella convinzione che la partecipazione diretta dei cittadini all’elezione del Capo dello Stato non è semplicemente una modifica costituzionale, ma un risarcimento della sovranità popolare.
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