I membri di Forza Italia della Commissione di Vigilanza Rai Maurizio Gasparri, Roberto Rosso, Rita dalla Chiesa e Andrea Orsini, hanno presentato una interrogazione chiedendo “come i vertici della Rai valutino le offese di Saviano ad esponenti politici e se Saviano goda di una sorta di impunità, a differenza di altre persone, che gli consente di offendere le persone e di poter svolgere una funzione importante di conduzione di programmi del servizio pubblico. Oggi, infatti, sul quotidiano ‘Libero’ il direttore Alessandro Sallusti ha scritto un articolo dal titolo: ‘Quelli che in Rai possono insultare’, nel quale dice tra le altre cose: ‘Siamo contrari a qualsiasi censura perché se la sanzione viene applicata a corrente alternata allora non è più censura, ma diventa arma politica, un’arma impropria. Come noto…Filippo Facci è stato fatto fuori dalla Rai…per aver scritto in un articolo su ‘Libero’ una frase inopportuna raccontando correttamente della vicenda che ha coinvolto il giovane figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa…ciò significa che chi dice o scrive cose sconvenienti o scomposte su qualsiasi tema non può apparire sulla tv di Stato perché la sua presenza diventa incompatibile con il codice etico di quell’azienda. Ma così non è, perché ad esempio non risulta che la Rai abbia cancellato per la prossima stagione il programma che sarà affidato a Roberto Saviano il quale non soltanto in passato diede della ‘bastarda’ al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni…ma che ieri ha rincarato la dose contro il ministro Matteo Salvini e l’intera maggioranza. In un tweet, Saviano scrive infatti: ‘Che faccia tosta questo ministro della Mala Vita protetto dai suoi sodali in parla-mento… le bande parlamentari che lo difendono sono la forza delle sue menzogne…’
Fateci capire: o il codice deontologico della Rai ritiene corretto dare della bastarda al primo ministro, malavitoso a un importante ministro e definire ‘bande’ i partiti di governo, cioè i suoi azionisti pro tempore, oppure significa che qualcuno, ma solo qualcuno, nel paese e nella televisione di Stato ha libertà di insulto e di politicamente scorretto in nome di una non specificata superiorità morale e culturale, una sorta di licenza poetica che vale per Saviano ma non per Facci. Ma ancora di più: che vale per quelli di sinistra e non per chi la pensa diversamente’. I sottoscritti condividono le affermazioni di Sallusti, sia quelle contrarie ad ogni forma di censura, sia quelle relative al singolare fatto che vengano valutate diversamente le offese pronunciate da una persona o da un’altra”, concludono i parlamentari.
Roma 21 luglio 2023