“A cinquantuno anni si può anche cambiare mestiere, come sostiene Lapo Pistelli, ma è certamente tutt’altro che trasparente il passaggio dall’incarico di viceministro degli Esteri, a vice presidente senior dell’ENI, un’azienda pubblica, controllata di fatto dal governo. Si stanno violando e aggirando precise norme di legge. Questo cambio di casacca è veramente inquietante e dimostra come, nell’epoca renziana, si faccia di tutto e di più. Sappiamo che Pistelli è rimasto male per non essere stato nominato Ministro degli Esteri. Siamo di fronte a una buonuscita di fine carriera non avendo avuto la poltrona da ministro? Da giovane era lui il capo e Renzi il suo portaborse. Ha dovuto subire un cambio di ruoli e non è stato nemmeno sufficientemente premiato dal suo ex collaboratore. Ma questo intreccio che vede un viceministro passare da un giorno all’altro da un incarico di governo, ad un incarico delicato alla guida di un gruppo energetico con tanti rapporti internazionali fa sorgere molte domande. Che cosa ha fatto quando era politico al Ministero degli Esteri Pistelli? Qualcosa che gli ha meritato la riconoscenza dell’Eni? Non faccio illazioni, osservo un episodio francamente inquietante. Peraltro non il primo nell’epoca renziana. Ricordo che Roberto Reggi, sindaco di Piacenza dal 2002 al 2012 del PD, poi sottosegretario all’Istruzione dal febbraio al settembre del 2014, è stato nominato, mentre ricopriva questo incarico, direttore dell’Agenzia del Demanio. Luigi Marroni è passato direttamente da assessore alla salute della Regione Toscana ad amministratore delegato della CONSIP. Nell’epoca renziana, insomma, c’è una commistione tra funzioni politiche e incarichi manageriali davvero inquietante. Per quanto riguarda Pistelli, leggo di un parere rilasciato dall’Antitrust. Chiedo formalmente a Pitruzzella di diffonderlo via internet con immediatezza, affinché tutti possano leggere che cosa ha stabilito l’Autorità della concorrenza. Un passaggio così diretto da un incarico di governo a un incarico in un’azienda è contro la logica, è contro le regole, ed è un fatto vergognoso. Ovviamene trasformerò queste affermazioni anche in una interrogazione parlamentare, affinché si possa discutere con trasparenza di questa oscura ed inquietante vicenda. Ed invito Renzi, Pistelli, Padoan e De Scalzi a bloccare questa vergogna. Peraltro ci sono leggi che vietano queste operazioni. In caso contrario è lecita una campagna anti Eni, società quotata in borsa, che deve garantire trasparenza”. Lo dichiara il sen. Maurizio Gasparri (FI).
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