L’affermazione dei Conservatori, oltre a confermare che i sondaggisti non servono a nulla in tutto il mondo, conferma la tendenza bipolare nel mondo occidentale. Quando in Italia si ritornò alle frammentazioni e al passato fui l’unico a difendere nell’ambito del centrodestra l’idea di un grande partito unitario. Ognuno ripristinò sigle e appartenenze del passato, salvo poi oggi ritrovare sul proprio cammino una legge elettorale che impone a tutti di prendere atto che serve un soggetto unitario. Ci vorrà tempo, a breve si farà il contrario alimentando altre inutili microscissioni. Ma la prospettiva resta quella indicata da Berlusconi: un grande partito, stile Partito Repubblicano americano. Il nome è un problema relativo. Il modello possono essere i conservatori inglesi, i popolari spagnoli, i repubblicani americani, o lo stesso PDL italiano che Berlusconi intuì e costruì e altri ottusamente boicottarono fino al suicidio politico finale. Creiamo un grande contenitore dove energie nuove e esperienze consolidate possano dar voce a un blocco sociale che ha bisogno di concretezza, serietà e affidabilità. Penso al popolo delle partite iva, ai commercianti, agli artigiani, agli agricoltori, alle piccole e medie imprese, alle forze dell’ordine, alle famiglie e a tutti coloro che non possono rassegnarsi ad una prospettiva con l’italicum, tra le follie di Grillo e le bugie di Renzi. Abbiamo il dovere di dare voce e rappresentanza a questo popolo, a questo blocco sociale.
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