“L’1 febbraio 2020, io ero presidente della Giunta per le elezioni e le immunità del Senato, arrivò la richiesta, a firma di tre magistrati, la dottoressa Lucia Fontana, la dottoressa Caterina Greco e la dottoressa Maria Ciringione, per processare il senatore Salvini, all’epoca Ministro dell’Interno, rispetto alle vicende riguardanti l’immigrazione e gli sbarchi. Il 28 maggio 2020 la giunta che presiedevo, con una larga maggioranza, approvò una mia corposa e motivata relazione che affermava che il ministro aveva agito nell’alveo delle sue prerogative ministeriali e dei principi costituzionali. Poi il 30 luglio 2020 l’Aula votò diversamente dalla giunta e bocciò la relazione, a mio avviso per ragioni di natura politica. Perché un caso analogo, quello della nave Diciotti, vide accolta la mia relazione. In quella fase c’era un governo definito ‘gialloverde’, e la componente ‘gialla’ di quella coalizione, ossia i 5 Stelle, votò a favore di Salvini. Successivamente la stessa componente votò contro. Da qui è scaturito un processo, formalmente corretto ma sostanzialmente sbagliato, in cui la procura di Palermo, presieduta prima dal dottor Lo Voi e poi dal dottor De Lucia, ha chiesto sei anni di condanna per Salvini. Io ho presentato delle interrogazioni volte a sollecitare il ministro della Giustizia a verificare l’andamento del corso della giustizia. Perché era giusta la relazione che avevo scritto mentre aveva torto chi ha votato contro. Si potevano risparmiare tempo, persecuzioni, soldi e udienze, se fosse stata rispettata un’attività che il Senato aveva svolto nella Giunta con serietà e motivazioni adeguate. Volevo che questo rimanesse agli atti”. Così il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, intervenendo in Aula.
Roma 23 dicembre 2024