“Voglio una volta di più biasimare la nota dell’avvocato Scalise, presidente della Camera Penale di Roma. Vorrei sapere per quale ragione mi ha ricoperto di insulti per aver espresso indignazione per la benevolenza della giustizia nei confronti degli assassini del Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Cerciello, trucidato in Piazza Cavour anni fa. Una pulsione personale irrefrenabile? Una coincidenza oppure hanno detto quello che i togati pensano e non dicono? Portavoce di altri? Su preghiera o per caso? Ripeto che ho il massimo rispetto della professione forense, anche per aver avuto avvocati nella mia famiglia e per aver conosciuto in passato esponenti illustri della Camera Penale di Roma. Ma esprimerò la mia indignazione in pubblico per le sentenze che hanno portato dall’ergastolo a condanne irrisorie gli assassini del Maresciallo Cerciello. Sono inorridito per la scarcerazione di uno dei due condannati, mandato a casa della nonna a Fregene. Decisione, peraltro, non presa dagli avvocati, ma dagli organi giudicanti. Io non ho quindi mosso alcuna critica agli avvocati. Ma chi mi ha coperto di insulti per il fatto che sto dalla parte di un carabiniere ucciso e non di un criminale trattato con sconcertante generosità, sappia che io non dimentico. E replicherò più e più volte in ogni occasione chiedendo ai tanti cittadini che incontro cosa pensino di certi giuristi o di certi togati. Come si suol dire non finisce qui. Le offese intollerabili e gratuite avranno replica in ogni sede. Anche domani al ministero della Giustizia, dove farò passi formali”.
Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri
Roma 22 luglio 2024