“Ha destato sconcerto, ma non ci sorprende, la notizia che Pignatone sia indagato a Caltanissetta. E desta sconcerto il fatto che non abbia voluto parlare. Deve parlare. Lui e gli altri suoi colleghi del tempo devono dirci cos’è accaduto del dossier mafia-appalti. Una vicenda inquietante, che è stata insabbiata, dice l’accusa della stessa magistratura a Caltanissetta. Un dossier che è stato la causa della strage di Via D’Amelio e della uccisione di Borsellino. Che si fidava dei carabinieri che svolgevano l’indagine guidati da Mori e De Donno e non si fidava del Palazzo di Giustizia. Borsellino andava a incontrare Mori nelle caserme dei carabinieri, perché sapeva che nel suo ufficio forse aveva nella stanza accanto persone di cui non fidarsi. A Caltanissetta siamo solo all’inizio. E’ indagato Natoli, è indagato Pignatone, ma io penso che anche altri siano al centro di questa indagine. Vogliamo la verità. Saremo implacabili in Commissione Antimafia. Mori e De Donno sono stati torturati con un processo ingiusto guidato da Di Matteo, sconfitto in Cassazione con l’assoluzione di Mori, De Donno. Ma Di Matteo pontifica ancora. Quel Di Matteo che, peraltro, lavorava a Caltanissetta in anni in cui sulla strage di Via D’Amelio si verificarono strani depistaggi. Vorremmo che Di Matteo ci parlasse anche di quegli anni. Non credano tutti i protagonisti di quella stagione di sfuggire alle loro responsabilità. Più volte ho anche polemizzato con Scarpinato e torneremo a farlo nelle aule del Parlamento e nella Commissione Antimafia. E Pignatone farebbe anche bene a scendere dagli altari, lasciando immeritati incarichi giudiziari che ha ottenuto presso la Santa Sede”.
Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, componente della Commissione Antimafia
Roma 1 agosto 2024