Le questioni omofobia e famiglia omosessuale siano affrontate in apposite trasmissioni, imparziali, alle quali partecipino soggetti competenti e di tutte le posizioni in campo. È quanto si chiede in un’interrogazione ‘trasversale’ presentata in Commissione di Vigilanza alla luce di quanto accaduto domenica 3 novembre durante la trasmissione Domenica In.
Secondo i richiedenti (primo firmatario il sen. Maurizio Gasparri, cui seguono le firme di altri esponenti del Pdl, di Scelta Civica e del Pd quali gli onorevoli Alessandro Pagano, Eugenia Roccella, Paola Binetti, Gian Luigi Gigli, Mario Sberna, Edoardo Patriarca, Ernesto Preziosi) la Rai si è resa protagonista di un episodio discriminatorio nei confronti dell’avvocato Giancarlo Cerrelli, vice presidente dell’Unione giuristi cattolici italiani. L’invito in trasmissione per Cerrelli sarebbe stato revocato nonostante il tema e gli ospiti del programma fossero rimasti invariati.
Cesura preventiva? Posizioni unilaterali a favore delle tesi che si rifanno all’ideologia del gender? Fatto sta, si legge nell’interrogazione, che ‘la posizione della Concessionaria pubblica sul tema dell’omofobia e più in generale sui temi della famiglia omosessuale si è dimostrata fino ad oggi del tutto unilaterale’. Di qui la richiesta di chiarimenti, del rispetto del pluralismo e dell’imparzialità imposti dal contratto di servizio, e la sollecitazione affinché la Rai affidi i dibattiti su temi sensibili a soggetti di maggior competenza rispetto ai meri intrattenitori.