“Sono più che discutibili le affermazioni del Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi. Nega l’evidenza. Il numero delle morti nel Mediterraneo tende a salire da quando le Ong sono tornate ad agire in queste acque. I dati sono evidenti. Da quando c’è stata una stretta il numero dei naufragi e quindi delle vittime è considerevolmente diminuito. Fare ragionamenti astrusi su percentuali e altri numeri con un cinismo degno di miglior causa non è corretto. Nel 2016 i morti erano stati 4.500. L’anno scorso sono stati un quarto. Ovviamente nessuno deve morire. Ma per arrivare a questo bisogna impedire le partenze, sostenere le attività dei libici per prevenire gli sbarchi o riportare a terra chi si imbarca su mezzi destinati al disastro, allontanare le Ong che notoriamente e incontrovertibilmente fanno da richiamo per gli scafisti. Sapendo che qualcuno può portare le persone in Europa, i trafficanti sono facilitati nella loro criminale, cinica e remunerata attività. Non bisogna aprire i porti, come dice Grandi, ma tenerli chiusi, serrati. Bisogna pretendere un’azione dell’Unione Europea a sostegno dei rifugiati, che sono una piccola minoranza di coloro che partono, stanziare mezzi adeguati per un’azione in Africa, ma affermare in ogni modo la fine di una politica demagogica che incoraggia le partenze e, quindi, moltiplica le tragedie e le morti. Negare l’evidenza come fa Grandi è molto grave. Sono personalità come queste che rendono più complessa la situazione e mettono in difficoltà i governi”
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