“Anni fa ero capogruppo del PdL con ben 140 senatori. Eravamo larga maggioranza e non si riusciva a eleggere un giudice della Corte Costituzionale che spettava alla minoranza Pd. Nella sinistra c’era una dura faida, che contrapponeva gli ex PCI agli ex Dc. Alla fine venne designato in quota Pd Sergio Mattarella. Mi impegnai fortemente perché i voti del nostro gruppo garantissero l’elevato quorum e vanificammo, con un ampio gruppo di persone leali e responsabili, il boicottaggio degli ex PCI nei confronti di un candidato non gradito da alcuni e si arrivó all’elezione alla Consulta di Mattarella. Il vertice del Quirinale dell’epoca vigilava in modo attivo e diretto. Ricordo questo episodio, per biasimare l’ipotesi che agita la sinistra, in altri casi che impongono quorum e quindi partecipazione e saggezza. Dicono alcuni: non partecipiamo e così non si procede alle designazioni. Vale per la Rai o per la Corte Costituzionale o il CSM. I quorum più elevati al posto della semplice maggioranza, devono spingere alla saggezza delle scelte, non al ricatto di minoranza. Che tradisce la democrazia sostanziale. Respingiamo i ricatti dunque. Segnalandone la pericolosità ad ogni livello. Perché di errore in errore, la sinistra, che quando è in maggioranza impone scelte e quando è in minoranza sceglie il veto appena le condizioni glielo consentano, imbocca una strada pericolosa. Che mette in discussione anche legittime prerogative delle minoranze. Dal Quirinale vigilino. I ricatti di minoranza non prevalsero nell’occasione che ho ricordato per la saggezza della maggioranza. Non prevarranno ora. Altrimenti si mettono in discussione prassi ed equilibri che vedono le minoranze giustamente tutelate da incarichi e prerogative. In democrazia si rivendicano diritti, non si impongono ricatti”.
Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri
Roma 7 agosto 2024