“Le banche, di solito, se ci sono movimenti sui conti correnti, ti informano attraverso un messaggio o una mail. Risulta impensabile che Coviello abbia potuto fare tutti quegli accessi senza che nessuno se ne accorgesse. E sui giornali, intorno a questa vicenda, ci sono cronache diverse. Sembra che Banca Intesa abbia voluto tenere la cosa sotto traccia. Ma sono certo che siano in corso delle verifiche. Una volta, per esempio, nelle banche dell’Italia rurale negli anni ‘60, quando un cassiere rubava dei soldi in contanti si licenziava subito per non far scoppiare uno scandalo e perdere clientela. Oggi una grande banca, se saranno accertate delle colpe, rischia una sanzione su una percentuale del fatturato”, lo dichiara il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri, a L’Aria che Tira su La7. “Il caso di Coviello mi ricorda la questione della Procura antimafia, che è diversa ma ha personaggi simili. Striano fa degli accessi mirati, come quelli che ha fatto sulla Casellati, guarda caso proprio nel momento in cui risulta essere votabile per la carica di Presidente della Repubblica. Ma il punto è: Striano a chi dava quelle notizie? In Commissione Antimafia abbiamo audito anche Fittipaldi, direttore del ‘Domani’, che ha pubblicato per primo quelle notizie ma che, ovviamente, si è giustificato con il segreto professionale. È una storia inquietante, che chiama in causa anche Cafiero de Raho e altissimi ufficiali della Finanza che sono andati da Melillo, attuale Procuratore antimafia, a elogiare Striano. Ci vuole un’indagine approfondita nella Commissione Antimafia e Cafiero De Raho, che allora guidava la Procura, non può stare in Antimafia nel ruolo di investigatore e di potenziale investigato. E anche la vicenda di Bari si inserisce in questo clima del Paese, che non è né chiaro né tantomeno tranquillo”.
Roma 14 ottobre 2024