Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, membro della Commissione Antimafia, in un video pubblicato su Facebook, ha detto: “Alle mie spalle l’edificio che ospita la Procura nazionale antimafia a Roma. Come vedete è in restauro ed è bene che si restauri questo edificio. La Procura nazionale antimafia nasce da un’idea di Falcone, magistrato eroico ucciso dalla mafia a Capaci nel maggio del 1992 proprio per il suo serio impegno. La Procura antimafia, nel tempo, ha assunto anche responsabilità antiterrorismo, visto quello che è successo nel mondo dopo il tragico 11 settembre del 2001. Ora voleva estendere le sue competenze a vicende di criminalità informatica. Abbiamo stoppato questo tentativo, facendo cancellare l’articolo 8, che il Procuratore antimafia Melillo voleva fosse scritto, perché riteniamo che, prima di dare ulteriori potere a una istituzione fondamentale voluta da Falcone e che poi ha avuto vicende abbastanza discutibili, si debba accertare la verità su quanto è accaduto. Striano, Sottufficiale poi Ufficiale della Guardia di Finanza, ha fatto migliaia e migliaia di accessi illegali utilizzando, forse, gli uffici della Procura antimafia e le altre strutture di sicurezza. De Raho doveva vigilare ma pare che non lo abbia fatto, era Procuratore nazionale antimafia all’epoca oggi parlamentare grillino. C’è un’inchiesta in corso fatta dalla Magistratura, Cantone, Procuratore di Perugia e competente per materia, ha interrogato Russo, già esponente di punta, magistrato della Procura antimafia, che dice di avere avvisato De Raho delle irregolarità nel 2020, ma che De Raho gli ha detto ‘ci penso io’. De Raho nega queste accuse. E allora restauriamo la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo di cui l’Italia ha bisogno, ma restituiamolo a quelle funzioni che aveva individuato Falcone, non alle degenerazioni di Striano. De Raho lasci la Commissione antimafia e Cantone ci faccia sapere la verità. Chi ha mentito? Abbiamo bisogno di lotta alla mafia, non di magistrati che vogliono potere. Intanto il governo ha detto ‘no’ alle pretese di Melillo, così cerchiamo almeno di mettere le cose in chiaro. Il potere legislativo spetta al Parlamento, non ci deve essere questa estensione di poteri che abbiamo fermato”.
Roma 1 dicembre 2024