“Bene ha fatto il governo a ricorrere al Golden Power per quanto riguarda la vicenda Pirelli-Sinochem, e lo ha fatto in maniera precisa e con alcuni limiti. Ma questa vicenda dimostra che aveva ragione chi, come me all’epoca dell’accordo Pirelli-cinesi, nel 2015, aveva esattamente previsto quello che sarebbe successo. La proprietà italiana negava questo epilogo ed era forse ottimista sulle mosse dei cinesi. Ma in quel Paese sono abituati ad agire con tempi medio-lunghi. Difatti si è passati da un socio cinese ad un altro, e alla fine al conto presentato dall’unico imprenditore cinese: il partito comunista di Pechino. Rischiamo di perdere tecnologie, di perdere imprese storiche importanti come Pirelli, che finiscono non sul libero mercato ma nel dominio di una dittatura ideologica quale quella che purtroppo domina Pechino. Io ho grande rispetto, e l’ho detto più volte, per Tronchetti Provera e sono certo che lui sperasse, potrei dire si illudesse, che le cose sarebbero andate diversamente. Ma sono finite così. Il governo, quindi, pur prendendo atto che con la Cina bisogna trattenere dei rapporti commerciali, rifletta bene sugli accordi della Via della Seta, che comportano il rischio di una subordinazione dell’Italia alla dittatura comunista di Pechino. Alla quale noi dobbiamo dire ‘no’. Non possiamo fare invadere i nostri porti dal partito comunista cinese, non possiamo diventare progressivamente una colonia cinese. Il caso Pirelli è emblematico a questo proposito. Ed avevo ragione, senza essere Nostradamus, a dire otto anni fa quello che sarebbe successo e che si è puntualmente verificato. Attenzione alla Cina e ai comunisti”.
Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri
Roma 19 giugno 2023