L’epilogo di AP, perché di questo si deve parlare, conferma l’impraticabilità di tutti i velleitari progetti tesi a sostituire in qualche modo l’aggregazione di centrodestra. Ci avevano provato anche altri in precedenza, ma si sono tutti spiaggiati per mancanza di consenso e per un clamoroso e prevedibile errore politico”. Lo dichiara il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (FI). “AP era stata già di fatto drasticamente ridimensionata dal mancato raggiungimento del quorum in Sicilia, la terra del suo leader, e dal rompete le righe che si era registrato in loco. Adesso ciascuno seguirà le proprie inclinazioni. Alcuni troveranno una piccola cuccia alla corte di Renzi, altri potrebbero seguire, soprattutto in una dimensione territoriale, la vocazione naturale che li fa guardare verso il centrodestra. Ma in queste ore, chiunque si è dedicato a tentativi velleitari a destra, al centro e a sinistra, dovrebbe trarre una morale. Pisapia, ad esempio, era un prodotto generato nella redazione di un giornale, ma privo di qualsiasi radicamento popolare. Così come sono distanti da un consenso consistente gli ultimi plotoncini radicali che Renzi, in un tentativo disperato di formare una mini coalizione, intende mettere in circolazione. E anche il renzismo registra un suo fallimento, travolto dal personalismo di un gruppo di potere inadeguato formato dal trio Renzi-Boschi-Lotti, colpito e ferito gravemente da mille vicende. Di fronte quindi al disastro dei velleitarismi centristi, del renzismo e di Pisapia, il centrodestra vede rafforzato il suo dovere di reagire con maturità e serietà, aggregandosi sulla base di una piattaforma credibile e di cambiamento, così come propone Silvio Berlusconi. Ciascuno coltiverà le proprie ambizioni, ma il rischio del velleitarismo dovrebbe indurre tutti a un maggiore realismo. Berlusconi, colpito in mille modi, non solo non è stato cancellato, ma torna ad essere un elemento di garanzia e di equilibrio per lo stesso sistema democratico che rischia una pericolosa implosione o una deriva verso l’incapacità grillina. A FI tocca il compito di tenere unita una compagine che sia sul territorio che a livello nazionale rappresenta l’unica, seria, credibile alternativa di governo per l’Italia. Con buona pace di chi voleva sostituire Berlusconi e oggi si ritira, almeno apparentemente, e di tutti gli utopisti della sinistra da salotto che battono in ritirata
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