“Oggi ricordiamo la strage di via D’Amelio, che sterminó Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi , Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Il ricordo di Paolo Borsellino è scolpito nelle nostre coscienze. Soprattutto in quella di chi, come me, ha avuto l’onore di incontrare e conoscere Paolo Borsellino. Quando partecipò a incontri che avevo contribuito a organizzare per discutere della lotta all’infiltrazione della mafia negli appalti pubblici. E Paolo Borsellino, sono certo, non avrebbe alimentato alcuni comportamenti. Oggi tuonano persone, ad esempio, che vestivano la toga e stavano a Caltanissetta quando venivano accusate per la strage di via D’Amelio persone incolpevoli per assurdi depistaggi. Chi stava in quella procura non aveva il dovere di accorgersene? E se non se ne è accorto con quale autorevolezza oggi parla? E perché non si dice la verità sull’inchiesta ‘mafia e appalti’? Borsellino l’ha condotta insieme ai carabinieri del Ros, insieme a Mori e a De Donno. E dagli atti giudiziari si rileva la fiducia che Borsellino aveva nei carabinieri e invece la cautela che aveva verso con alcuni settori dei suoi uffici. Al punto di chiedere di incontrare questi investigatori nella caserma dei carabinieri e non in altri luoghi. Sulla presunta trattativa Stato-mafia è stata scritta una parola definitiva con l’assoluzione di Mori, di De Donno e di Subranni. Con una sentenza si è ribadito che gli eroi che hanno arrestato Riina e altri mafiosi hanno agito insieme a Borsellino, e nel solco di Borsellino, a difesa della legalità e della lotta alla mafia. Altri invece ancora oggi introducono diverse narrazioni. Non è un caso che siano stati i Ros ad arrestare Riina trenta anni fa e che siano stati i Ros ad arrestare Matteo Messina Denaro nel 2023. L’arma dei Carabinieri ha condotto queste indagini e ha fatto questi arresti, dimostrandosi, insieme a tutte le altre forze dell’ordine, un grande presidio di legalità. Ancora oggi invece c’è gente che farnetica e contesta le sentenze che ci sono state. Ma noi non taceremo. Dobbiamo liberare le doverose celebrazioni da alcune ritualità. Ho detto, ad esempio, in Senato, il 23 maggio, a proposito di Borsellino che ‘c’è chi ha archiviato la sua inchiesta denominata Mafia e appalti, ci sono le firme. Lo so, e ce ne sono anche in quest’Aula. L’archiviazione dell’inchiesta Mafia e appalti è il cuore delle vicende palermitane e dell’aggressione a Falcone e Borsellino’. Su tutto ciò non taceremo”.
Così il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri vicepresidente del Senato
Roma 19 luglio 2023