“Le indagini sul caso del falso testamento di Berlusconi si sono concluse oggi con l’arresto di Marco Di Nunzio a Cartagena. Che Marco Di Nunzio raccontasse cose non vere appariva evidente. Parliamo di un imprenditore torinese che vive in Colombia e che, tempo fa, pubblicò un testamento in cui sosteneva che davanti ad un notaio di Cartagena, il presidente Silvio Berlusconi gli avrebbe destinato 26milioni, uno yacht, ville e, perfino, una percentuale di Fininvest. La notizia appariva a chiunque paradossale e falsa. Eppure Di Nunzio ebbe l’opportunità di avere una ampia ribalta televisiva con una lunga intervista su questi fatti, che apparivano chiaramente inventati, da parte della nota trasmissione ‘Report’, condotta da Sigfrido Ranucci. Quando si contesta quella trasmissione lo si fa a ragion veduta. Perché quando si offre la ribalta ad un personaggio del genere non basta dire ‘non sappiamo se quel che dice sia vero’. Bisognerebbe evitare di trasformare l’informazione, in particolare del servizio pubblico, in una ribalta e un megafono di una persona che diceva cose ovviamente false. L’indagine condotta dalle autorità colombiane, e dalla Procura di Milano conferma quello che era apparso chiaro a tutti, ma non a Raucci. Cioè che ci si trovasse di fronte ad un millantatore che, probabilmente, ha commesso anche altri reati di varia natura. La notizia di questo arresto viene da Milano, dove apprendiamo che il procuratore Marcello Viola e la pm Roberta Amadeo hanno chiuso le indagini in vista della richiesta di processo per questo signore. Che fosse un bugiardo era apparso evidente a tutti. Che si tentasse, ancora una volta, di attaccare in questo modo vile e spregevole il presidente Berlusconi era apparso chiaro a tutti. Ora la Rai deve rispondere di questa propaganda vergognosa e indegna. Report, ancora una volta, si è reso protagonista di vicende inquietanti. Per quali ragioni? Non si tratta di libera informazione. Si tratta di mettere a disposizione di personaggi assurdi gli spazi del servizio pubblico televisivo”.
Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri
Roma 23 maggio 2024