“Chi di banca colpisce, di banca perisce. Renzi e Boschi si illudevano di poter utilizzare la commissione parlamentare sulle banche per difendere il loro operato. Invece sono rimasti travolti dall’evidenza dei fatti. Non li salva neppure l’uso di una specie di Var parlamentare. Sono state infatti mostrate in tv le immagini del magistrato Rossi che annuirebbe, senza però parlare, alla domanda su possibili nuove indagini riguardanti papà Boschi, già esponente di vertice di banca Etruria. Siamo insomma di fronte a una sorta di moviolone dello scandalo bancario. Ma non sono questi espedienti che potranno salvare il traballante vertice Pd. Ci sono tante cose da chiarire, come ad esempio le plusvalenze che avrebbe realizzato Carlo De Benedetti al tempo del decreto sulle banche popolari, che registrò svariati sussulti finanziari anche da parte di altri personaggi in rapporti frequenti con la nuova generazione Pd. Non si tratta quindi di speculare su vicende familiari. Ma di evidenziare coinvolgimenti assolutamente pericolosi. Apprendiamo poi che la Boschi ha avviato una tardiva causa civile contro De Bortoli dopo aver evitato la annunciata querela in sede penale. Perché? Cosa teme? Vorremmo poi anche sapere perché il magistrato di Arezzo, Rossi, fu chiamato come collaboratore del governo Renzi-Boschi. Si voleva consolidare un rapporto? Ci sono insomma tanti capitoli ancora da chiarire in questa fase finale della commissione sulle banche e la vicenda non finisce qui. Il Pd renziano è sul banco degli imputati. Non c’è bisogno del Var-moviolone. Abbiamo assistito in questi anni in diretta al disastro Renzi-Boschi”.
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