Gli editorialisti del Corriere della Sera dovrebbero rileggere le numerose sentenze della Corte Costituzionale che dagli anni ’70 a tempi recenti ribadiscono, in materia di Rai, la centralita’ del Parlamento. E’ vero che Camera e Senato non sono in questo momento all’apice della considerazione, ma i principi piu’ volte espressi dal massimo organo di garanzia costituzionale non possono essere ignorati. Pertanto l’azionista pubblico della Rai, il Ministero dell’Economia, ha poteri limitati e definiti non solo dalle leggi, ma anche da quelle sentenze che l’attivita’ legislativa del Parlamento ha dovuto considerare dei limiti invalicabili. Se lo sono per i governi e per il Parlamento, lo sono anche per gli autorevoli editorialisti. Altro e’ cominciare a mettere sul mercato alcuni pezzi di Rai, cosa che le leggi vigenti consentono e che andrebbe prima o poi fatto per avviare un processo di liberalizzazione autentico. Ma una Rai pubblica gestita al di fuori dei principi sanciti dalla Corte Costituzionale sarebbe una violazione non praticabile e che di fatto non sara’ praticata.
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