“Sic transit gloria mundi. Avevamo detto sin dall’inizio che il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, imposto da Matteo Renzi per servilismo leopoldiano, non era adatto a questo incarico che richiede ben altra esperienza di vita e di aziende. I fatti ci hanno dato ragione ed oggi la Rai si trova con piani mancanti, tempo perso e un vertice da ricostruire”.
Lo affermano in una nota congiunta i parlamentari Maurizio Gasparri e Renato Brunetta, membri della Commissione di Vigilanza Rai.
“Ricordiamo bene il comportamento di Campo Dall’Orto e di Maggioni in questi ultimi anni. I vertici di Viale Mazzini non hanno garantito il pluralismo in Rai e, soprattutto, durante i mesi di campagna per il referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, hanno asservito tg e programmi di approfondimento all’ex premier Renzi e alla maggioranza che sosteneva le ragioni del ‘Sì’.
In questa Rai era sbagliato il dg così come sono state sbagliatissime le norme varate da un sottosegretario che ha aggiunto errori agli errori.
Ora la tivù di Stato riparta rapidamente con scelte condivise e all’altezza delle esigenze di una grande azienda del servizio pubblico che deve anche fronteggiare la concorrenza interna e internazionale. Renzi ha fatto dei danni anche in questo campo, la sfiducia al direttore generale di oggi è di fatto una sfiducia al segretario del Partito democratico e al renzismo così come l’abbiamo conosciuto in questi anni.
È, infine, davvero patetica la plateale e tardiva difesa di Fico che prende le parti di Campo Dall’Orto solo perché pro-Gabanelli. Così non fa altro che confermare la giustezza della scelta del Cda di bocciare il piano per l’informazione presentato dal dg”.