“Bene ha fatto il consigliere laico del Csm Zanettin a chiedere di aprire una pratica nei confronti del gip di Roma che ha disposto la scarcerazione, senza obbligo di firma, di Mario Castagnacci, accusato di aver ucciso ferocemente, poche ore dopo la scarcerazione, a calci e pugni il giovane di Alatri Emanuele Morganti. Ho presentato un’interrogazione perché si faccia pienamente luce su quanto accaduto e perché è indispensabile che anche il ministro della Giustizia fornisca delle risposte agli interrogativi sulla correttezza dell’iter processuale. Possibile che 300 dosi di cocaina, 150 di crack e 600 di hashish ritrovate in possesso di Castagnacci siano da considerarsi, come ha fatto il magistrato, destinate a un consumo di gruppo e tali quindi da rendere il fatto meno grave? Tra l’altro, lo stesso presunto assassinio è stato fermato anche in passato con notevoli quantità di stupefacenti e per questo era stato già posto agli arresti. Non ritiene il ministro che in questo caso ci sia stata un’interpretazione ideologica e sicuramente superficiale della legge sul possesso e lo spaccio di stupefacenti, tanto più che ci si trovava di fronte a grandi quantità di droga e in presenza di un recidivo? Spacciare è o non è più reato in Italia? Pongo queste domande al ministro perché siamo di fronte a un fatto assurdo e veramente grave, a un episodio di superficialità di giudizio che purtroppo ha avuto drammatici risvolti”. Lo dichiara il sen. Maurizio Gasparri (FI).
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