“La crisi dei professionisti dell’antimafia appare evidente. Dopo che tanti scandali e processi hanno dimostrato che alcuni moralizzatori sfruttavano la loro fama per raggiungere scopi tutt’altro che trasparenti, assistiamo ad altre polemiche. Ci sono stati magistrati che hanno affidato ai propri familiari la gestione dei patrimoni sequestrati, ci sono stati personaggi che sono passati dalla tribuna dei comizi all’aula dei tribunali. Ora esplode anche una polemica all’interno dell’associazione Libera, dove il figlio di Pio La Torre sbatte la porta e se ne va contestando i funzionamenti di questa associazione che tutti celebrano in maniera acritica. Don Ciotti non può cavarsela dicendo che avrebbe preferito “non parlare pubblicamente di questa cosa”. Ma come? Fanno della trasparenza e della lotta ad ogni ambiguità la loro ragione di vita e poi quando le polemiche riguardano loro stessi non si dovrebbe parlarne pubblicamente? È un atteggiamento inquietante questo di Don Ciotti. Vogliamo sapere tutto. Vogliamo che si discuta con trasparenza delle ragioni di queste dimissioni, della uscita di scena di numerosi dirigenti di questa associazione. Proprio perché a Libera sono destinati molti beni sequestrati alla mafia. Proprio perché spesso a questa associazione, come ad altre, viene in maniera esagerata affidato il compito di definire i confini del bene e del male. Don Ciotti non sia omertoso. E chieda scusa per la frase che ha pronunciato, quando ha invocato sostanzialmente la censura e il silenzio sulle vicende della organizzazione che dirige. Vogliamo trasparenza sulle vicende e sui comportamenti di Libera”. Lo dichiara il sen. Maurizio Gasparri (FI).
Share this post