“Con Giovanni Conso non scompare solo un insigne giurista che ha svolto funzioni istituzionali supreme. Lo ricordiamo esprimendo il nostro cordoglio alla sua famiglia. Con Conso scompare anche un testimone della verità sulla resa dello Stato alla mafia nella tragica stagione delle stragi dei primi anni Novanta. Conso, parlando nella scorsa legislatura davanti alla Commissione antimafia, disse che aveva deciso in solitudine la cancellazione di centinaia di 41 bis, misure di carcere duro, per i boss mafiosi che dispose da ministro della Giustizia nel 1993. È ovvio che una decisione così forte e grave, a un solo anno dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, non poteva essere presa solo da un ministro. Conso fino all’ultimo ha ritenuto di svolgere il suo ruolo coprendo gli allora Presidenti della Repubblica e del Consiglio dei ministri, Scalfari e Ciampi, che con il capo della polizia Parisi presero quella decisione per dare un segnale alla mafia. Che questa fosse la malsana intenzione lo disse lo stesso Conso: “nel ’93 non rinnovai il 41 bis per 140 detenuti del carcere palermitano dell’Ucciardone ed evitai altre stragi… Presi la decisione in solitudine”. I testimoni con gli anni scompaiono. Ma molti sono vivi e devono dire quella verità che Ciampi, vivo, non vuole dire. Conso si prese colpe che non aveva. Lo ricordiamo con rispetto ma non daremo mai tregua a quanti, sotto la regia di Scalfaro, misero lo Stato in ginocchio davanti alla mafia”. Lo dichiara il sen. Maurizio Gasparri (FI).
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