“Ma come si fa a negare l’evidenza? Non bisogna essere degli investigatori, basta la lettura dei giornali per capire, al di là del ogni coinvolgimento di ogni parte politica, quanto l’attuale gestione del Comune e della Regione Lazio siano immerse fino al collo nella vicenda mafia capitale. Collaboratori dell’attuale sindaco e del presidente della Regione, assessori, capigruppo sono stati travolti dal ciclone Buzzi e cooperative rosse. Se Carminati viene soprannominato ‘er cecato’, un altro non vedente di questa vicenda è il ministro Poletti, già capo di Buzzi in quanto leader supremo delle cooperative rosse. Seguiva infatti la vicenda delle cooperative romane e viene evocato più volte da Buzzi come risorsa estrema a cui ricorrere in caso di necessità. Poletti non è indagato ma certamente è stato ‘cecato’ anche lui di fronte alla degenerazione della Cooperativa 29 giugno, affiliata alla Lega Nazionale delle Cooperative. L’attuale vicesindaco Nieri risulta interlocutore primario, con richieste e scambi vari di informazioni, e non solo, con Buzzi. Così come i vari Coratti, Ozzimo e altri. Non si può negare l’evidenza. Il malaffare riguarda anche la gestione attuale. Per non dimenticare poi come possa avere influito la presenza di Buzzi sugli stessi risultati elettorali, sul traffico di preferenze, sull’elezione di questo o di quel candidato nelle varie liste di tutto l’arco politico, da sinistra a destra. Ci sono tutti gli estremi quindi per uno scioglimento urgente. E anche la Regione ha bisogno di una purificazione elettorale. Occorre un commissariamento non breve per depurare tutti gli ambiti politici ed amministrativi, ripulire una burocrazia collusa, con protagonisti rimasti in sella fin dall’era di Veltroni e forse da prima ancora. Serve quindi un intervento urgente. Se non ci fosse, ci sono tutti gli estremi per denunciare chi si renderà responsabile di una palese omissione “. Lo dichiara il sen. Maurizio Gasparri (FI).
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