Signora Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, in primo luogo non posso non prendere atto del totale disinteresse del Governo, lo dico con rispetto per l’incolpevole Sottosegretario presente, rispetto a questa discussione parlamentare. Non è presente il Presidente del Consiglio, ma lo capisco perché è impegnato all’estero, non è presente il Ministro dell’interno e dirò di qui a poco perché non è presente, non c’è il Ministro degli esteri, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Delrio ha deposto e se n’é andato.
La prima considerazione che faccio, quindi, è sull’atteggiamento offensivo del Governo nei confronti del Parlamento su un tema di grande delicatezza. è una forma di arroganza che non dimenticheremo. Il problema però non è tanto che il Governo snobbi il Parlamento, ma che a sua volta non conta niente nel contesto internazionale. Rivendico alla nostra iniziativa, con la mozione presentata dal nostro Gruppo, e a quella analoga presentata dal Gruppo della Lega Nord, il merito di aver costretto a questa discussione che dei frutti ha prodotto, come dirò di qui a poco. Se è vero che il rappresentante del Governo ha deposto ed è andato a fare danni altrove dopo aver espresso il parere contrario alla nostra mozione, ha dovuto nella sostanza, come dimostra anche la mozione presentata dalla maggioranza, prendere atto del fallimento dell’operazione Mare nostrum.
Il presidente della Commissione esteri Casini ha usato poco fa un verbo al passato, «è stato», riferendosi all’intervento Mare Nostrum. Si comincia già a parlarne al passato perché ci si rende conto che così non si può andare avanti. Lo stesso sottosegretario Delrio poco fa ha parlato della necessità di un superamento di questa operazione.
Anche la mozione presentata dalla maggioranza, che il nostro Gruppo non voterà, perché quello che chiediamo è il blocco immediato di questa missione, prende atto che la si deve superare e fa un’affermazione importante laddove chiede che l’ONU intervenga con deliberazioni perché la comunità internazionale deve intervenire in Libia per gestire questo fenomeno epocale.
Il nostro incalzare, il nostro denunciare l’insufficienza di questa azione sta quindi determinando delle reazioni. Anche se il Governo di fatto non è presente, se ne renderà conto oggi quando arriveranno altre 2.000-3.000 persone.
Passando a trattare dei problemi e di ciò che non funziona, Frontex non esiste, va detto con chiarezza. Questa fantomatica struttura europea non fa nulla. Dove sono le navi di Frontex? Dove sono i volontari? Ci sarà qualche gommone sparso, ma nulla di più. Rivendicare lo stabilimento della sede di Frontex in Italia non ci commuove, come dice spesso il ministro Alfano, perché Frontex non esiste. La si vorrebbe peraltro situare a Lampedusa, un’isola di cui viene fatto un uso strumentale, ma Lampedusa non è un palcoscenico per dei reality show, ma è un pezzo d’Italia che è stato spesso abbandonato al suo destino. Denunciamo quindi in questa sede che Frontex non esista e non opera come dovrebbe, che l’Unione europea volta la faccia dall’altra parte.
Il presidente Naoplitano ieri ha detto di essere orgoglioso dell’Italia che non volta la faccia dall’altra parte. Benissimo, ma a voltare la faccia dall’altra parte sono l‘Unione europea e l’ONU, che se ne fregano altamente di questa tragedia umanitaria che si sta consumando nel Mediterraneo.
Siamo grati anche noi alla Marina militare e la ringraziamo per l’impegno che sta sostenendo, ma non condividiamo questa operazione.
Caro ministro Mauro, fu una scelta improvvida avviare Mare nostrum, che ha trasformato questa operazione in un taxi per chiunque arrivi.
Avete favorito i trafficanti, che incassano il loro guadagno criminale prendendo i soldi dal disperato e poi avvisano loro stessi la nostra Marina, cui consegnano i clandestini. Loro guadagnano e noi portiamo i clandestini in Italia.
Non ci sono fondi adeguati, è inutile che io citi delle cifre. Solo a Taranto negli ultimi giorni sono arrivate tra le 2.000 e le 3.000 persone al giorno. Non si rivedono le immagini, che ricorderete, degli sbarchi di massa dall’Albania del 1991 solo perché li mandiamo un po’ a Pozzallo, un po’ a Taranto, un po’ a Trapani e quindi non c’è l’immagine complessiva, ma sono migliaia di persone.
Dove sono i fondi? Dove sono i soldi? Chi dà sostegno ai Comuni? Anche la vicenda dei minori. Tutti siamo commossi davanti ai minori. Ma poi che succede? Vengono portati in centri d’accoglienza, ma i Comuni non hanno i soldi. Lo Stato non destina soldi nemmeno per assistere i minori e i Comuni così non hanno le risorse. C’è quindi una demagogia totale. Si dirà che sono disperati e che noi siamo razzisti. Assolutamente. L’Italia ha accolto e accoglie milioni di stranieri. Ma se una persona bussa alla nostra porta e ha fame la dobbiamo accogliere. Se invece di una ne arrivano cinque o dieci le dobbiamo accogliere. Ma se nella casa di una famiglia ne arrivassero 2.000?
Oggi con questa situazione, signori del Governo assenti – parlo al Governo che non c’è -, l’Africa è piena di gente disperata. Li accogliamo tutti? Li trasporta tutti la nostra Marina in Italia? L’Italia può essere l’approdo di ogni disperazione? Allora dobbiamo cambiare politica. Voglio rivendicare in quest’Aula la giustezza dei dubbi del governo Berlusconi di fronte al conflitto in Libia (era il 2011) per interessi energetici e di altra natura. Sarkozy e Cameron – in Italia anche il presidente Napolitano sostenne molto l’avventura militare – vollero quella guerra. Per non parlare degli errori fatti da Obama in Nord Africa. Scriveva Venturini sul «Corriere della Sera» di qualche settimana fa che si sarebbe potuto prevedere il dopo. Io sono testimone diretto (ero Capogruppo nella legislatura scorsa) di Berlusconi che ci diceva che quella guerra poteva essere un pericolo e che Gheddafi era sì un dittatore, ma il dopo comportava dei rischi. Il Governo Berlusconi e Berlusconi stesso lo avevano previsto. Ma si disse che era contrario all’intervento perché amico Gheddafi, che veniva con le amazzoni in Italia. In realtà lo disse perché, con più lucidità, aveva previsto il disastro che si sarebbe verificato in Libia, che ha dei nomi e dei cognomi. Lo dico anche al presidente Napolitano, che mercoledì prossimo riunirà il Consiglio supremo di difesa di cui è Presidente per la sua funzione. Abbiamo fatto degli errori clamorosi, che Berlusconi cercò di evitare, non per amicizie, ma perché sapeva cosa sarebbe successo, perché l’Italia riceve forniture energetiche dalla Libia, perché se quel Paese fosse crollato le disperazioni si sarebbero riversate in Italia, che è il primo approdo per chi parte da quei porti senza controllo. Poi forse vanno altrove, in Germania o in Svezia. Intanto passano in Italia.
Ci sono diversi fallimenti, quello di Frontex e quello della guerra sbagliata in Libia. Poi l’illusione delle primavere arabe, con le relative conseguenze in Libia e anche in Egitto: sei mesi comandano i militari e sei mesi i fondamentalisti. Ci sono condanne a morte ed altro e nessuno dice nulla. Poi ci sono anche le persecuzioni. Noi siamo solidali con coloro che, in Siria e altrove, vengono perseguitati. Anzi riteniamo che sia sottovalutato il massacro di tanti cristiani in tanti luoghi dell’Asia e dell’Africa, di cui però non si parla, forse perché è poco politicamente corretto denunciare gli orrori del fondamentalismo. Abbiamo visto anche noi le immagini dei crocifissi in Siria e siamo pronti ad accogliere i profughi in proporzione. L’Europa ha 28 Paesi. Ognuno li accolga in proporzione al numero dei suoi abitanti. La comunità internazionale faccia i campi profughi. La mozione di maggioranza ne parla. Bene, ci interessa il punto 3, ma si deve cambiare registro.
Noi abbiamo chiesto il blocco immediato di Mare nostrum perché soltanto un evento traumatico può mettere la comunità internazionale di fronte alle proprie responsabilità. Affinché noi faremo da taxi, quello non è il mare nostrum, ma l’esatto contrario, la comunità internazionale, quella sì, caro presidente Napolitano, volterà la faccia dall’altra parte e scaricherà sui sindaci italiani e sulla sanità italiana questo dramma. Abbiamo visto i militari, i portatori sani di tubercolosi e i casi di scabbia. È l’Organizzazione mondiale della sanità che lo dice. C’è un’emergenza anche sanitaria che va affrontata. Ma pensate di risolvere problemi della fame e della miseria nel terzo e nel quarto mondo con la Marina militare che trasporta tutti in Italia? Questo è cinismo razzista perché è un modo rozzo di affrontare un dramma epocale.
Allora ben venga questo dibattito, Governo contumace e latitante, che ha costretto la maggioranza a pronunciarsi sul problema. Presidente Casini, anche oggi abbiamo letto sul Corriere della Sera l’articolo di un giornalista che è un po’ il portavoce del Gruppo del Nuovo Centrodestra che annuncia dei «mal di pancia». Forse Alfano non è venuto qui in Aula per non dire al Governo che la sua politica è sbagliata. Ebbene, arriva un punto in cui anche il Ministro dell’interno e anche gli altri Gruppi che sono nella maggioranza dovranno dire con più chiarezza la verità.
Avete fatto un piccolo passo in avanti, ma così non si può procedere. La mozione giusta per difendere gli interessi e i diritti dell’Italia è la nostra. Non la voterete, ma abbiamo ragione.