È evidente che l’Usigrai revocherà lo sciopero, e lo farà fingendo di aver vinto perché si aprirà un dibattito su un’ipotetica riforma. Resta il fatto che c’è un approccio rozzo al sistema radiotelevisivo. Grazie alla legge Gasparri la Rai ha moltiplicato la sua offerta, Mediaset e La7 sono ben presenti sul mercato e Sky, che nacque fondendo due televisioni traballanti, è un’impresa dai grandi numeri. Si tratta quindi di continuare a far crescere un settore che in questi ultimi dieci anni ha generato più investimenti e più occupazione, non di metterlo in crisi con interventi rozzi e presunte azioni antitrust che sono ridicole nel momento in cui Murdoch fonde le sue televisioni creando un colosso rispetto alle nostre aziende. Una contro-riforma oscurantista metterebbe in ginocchio un sistema che è cresciuto. Quanto agli sprechi, un intervento razionale è giusto purché non sia demagogico. Si possono ridimensionare faraoniche sedi, ma non sopprimere del tutto la presenza della Rai sul territorio. Peraltro se Renzi vuole togliere 150 milioni alla Rai lo sfidiamo a mettere questa cifra a disposizione dei cittadini, riducendo per un analogo valore il canone. Perché non lo fa? Oppure perché non vincola la Rai a utilizzare queste risorse in investimenti di modernizzazione? Se ha a cuore il servizio pubblico perché non applica la legge vigente avviando un progressivo processo di privatizzazione della Rai? La verità è che il centrodestra ha modernizzato il sistema radiotelevisivo aumentando il pluralismo. Altri vogliono fare interventi spot o, tra le righe, rispondere alle consuete ideologie che stroncano il settore. Vogliamo una discussione seria e trasparente. Non tagli a casaccio.
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