Signor Presidente,
non è certo questa la sede per un giudizio o un processo e personalmente come i colleghi avranno riscontrato ho replicato con assoluto senso delle istituzioni agli accertamenti in corso e nemmeno in questa sede intendo fare polemica. Poiché però le affermazioni fatte riguardano la mia persona, la mia onorabilità, ritengo doveroso abusare di qualche minuto della pazienza dei colleghi perché ciò che diciamo qui è di rilevanza pubblica e le mia funzione, la mia attività pubblica – non breve – mi impongono di fare alcune affermazioni.
Punto primo: ringrazio la Procura della Repubblica di Roma perché, avendo svolto approfondite indagini, ha chiesto l’archiviazione per quanto riguarda la gestione delle attività finanziarie del gruppo del Pdl che ho avuto l’onore di presiedere e della presidenza del gruppo, essendo i fondi destinati alla presidenza e al gruppo. E su questo la Procura ha avuto modo di verificare, di investigare, e ha tratto queste conclusioni. E di questo prendo atto e vorrei che rimanesse nei verbali dell’Assemblea.
Punto secondo: nella scorsa legislatura il sottoscritto, insieme al sen. Quagliariello, al sen. Zanda (non ricordo quali altri colleghi ci fossero, non ricordo a memoria ma spero che qualcun altro ci sia stato, certamente il presidente Schifani, che era il Presidente del Senato), ha fatto parte della Giunta del regolamento che ha rivisto le regole di gestione dei fondi dei gruppi, imponendo da questa legislatura tracciabilità, rendicontazione, pubblicazione online, tutta una serie di procedure che noi da legislatori (la Giunta del regolamento agendo in questa materia ha svolto una funzione importante quanto quella dell’approvazione di una legge in Aula), abbiamo varato, regole che da questa legislatura sono state introdotte per maggiore rigore, trasparenza e rendicontazione. Precedentemente, come la Procura ha potuto riscontrare, le regole vigenti all’epoca dei fatti sono state rispettate dal gruppo che io ho presieduto che è l’unico ad avere una certificazione attraverso l’inchiesta della Procura.
Devo anche dire all’Aula che appena divenni Presidente del gruppo Pdl ricevetti, sia presso il mio domicilio privato, perché chiamato in causa come persona, che presso il Senato, una causa di lavoro che ereditavo da precedenti gestioni, fanno ancora parte di quest’Aula colleghi che io ho rilevato nell’incarico di capogruppo, e che sono stati insieme a me chiamati in questa causa. La causa, tanto per la cronaca dei tempi della giustizia, è ancora in corso e si attende il 20 febbraio 2014 il giudizio di appello. Le richieste di questo ricorrente sono a mio avviso infondate e tali sono state ritenute in sede di primo giudizio, e ammontano attualmente a un milione di euro. È una causa in corso, si discuterà il 20 febbraio del 2014, chiunque vuole vada nei luoghi deputati a controllare e verificare.
Ho ritenuto quindi opportuno di fronte a questa sorpresa di una persona che non conosco, che non ha mai collaborato con me, ma i contenziosi di lavoro hanno antiche origini e lunga prosecuzione, di assumere delle iniziative di cautela di me stesso, del mio gruppo, della situazione che è ancora in atto e che non so come potrebbe concludersi. E quindi durante l’intera legislatura ho accantonato delle cifre per questi contenziosi e per quelli – e sono stato previdente – che sarebbero potuti successivamente scaturire.
Durante l’attività della legislatura, non su mia richiesta ma su sollecitazione e proposta della banca, essendoci questo accantonamento, mi è stato detto: ma perché non lo utilizza diversamente? E al direttore della Banca che opera in questo Senato, che venne lui da me e non io da lui, dissi: guardi, purché non ci sia alcun rischio, perché non sono soldi che si possono investire in modo rischioso, e purché siano esigibili in qualsiasi momento, perché per questa causa, o altre pendenze del gruppo che dovessero verificarsi improvvisamente, le devo poter fronteggiare. Il direttore della banca ha assolto a queste esigenze e a fine legislatura non per costrizione di alcuno (si sono lette ricostruzioni strane..il gruppo chiede al capogruppo…ero io il capogruppo), si è deciso di ripristinare in liquidità queste risorse per fronteggiare quei contenziosi e altri che sarebbero scaturiti.
Abbiamo in questo momento, presidente Grasso, dieci contenziosi di lavoro. Il partito cui appartenevo ha preso meno voti della volta precedente, ha avuto meno seggi. Io ero capogruppo di un gruppo che aveva 147 senatori, i senatori sono passati a 90, poi altre vicende politiche fanno sì che siano ancora meno. Non tutti i dipendenti che io e Quagliariello eravamo stati costretti a fine legislatura a licenziare con le procedure di legge perché finiva la legislatura e quindi si concludeva un ciclo, sono stati riassunti. Molti hanno ritenuto legittimamente dal loro punto di vista di intavolare un contenzioso nei confronti miei, del sen. Quagliariello e di chi è subentrato nella presidenza del gruppo.
Memore della vicenda che ancora grava (un milione di euro che si discute il 20 di febbraio) ho ritenuto di procedere, d’accordo con i miei successori, a delle transazioni che sono avvenute in sei dei dieci casi pendenti davanti al giudice del lavoro con l’assistenza di avvocati delle varie parti come si fa nelle cause di lavoro. Sei di queste cause sono state transate con oneri variabili a seconda del livello e della qualifica dell’ex dipendente, come si fa in questi casi. E se non ci fosse stato quell’accantonamento non so come avrei potuto fronteggiare queste esigenze, queste cose che avevamo facilmente previsto, tant’è che a carico della 16ma legislatura c’è un conto corrente nella banca Bnl che nello scorso marzo, prima che attivassero questa cause, ho intitolato ‘contenziosi in essere ed eventuali e liquidazioni’. Perché era stato facile prevedere contenziosi di questa natura in un Parlamento, caro Presidente, dove i partiti nascono, i gruppi si moltiplicano, si dividono, fenomeni assolutamente legittimi nella dialettica politica e democratica. Giorni fa il Consiglio di presidenza ha autorizzato la costituzione di altri gruppi. Dietro queste vicende di nascite di gruppi, di liti, di divisioni o di fusioni, ci sono persone che lavorano, persone che possono smettere di lavorare e che possono fare cause perché ritengono di tutelare i propri diritti. E poi quelle cause le possono vincere o perdere, ma talvolta fare una transazione davanti a un giudice credo che sia un modo saggio anche per rispettare persone, lo voglio dire, che non hanno colpe, perché se un partito prende più o meno voti e può avere più o meno contributi e quindi più o meno dipendenti non è certo colpa di quelle persone che hanno lavorato e che attraverso una transazione possono forse avere per qualche tempo un sollievo alla loro vita personale e cercare di ritrovarsi un lavoro, cosa certamente non facile di questi tempi. Spesso sono persone di età avanzata, spesso sono persone qualificate, sono persone che avendo lavorato al Senato hanno aspettative di lavoro difficili da realizzare.
Qui mi fermo perché questa non è la sede queste cose, le discuteremo nelle sedi competenti come già avvenuto nel totale rispetto delle sedi competenti e nella speranza che le sedi competenti vadano a verificare. Non vi tedio con i nomi, le cifre, le date delle transazioni, delle cause, che chi è curioso, sono persona che svolge vita pubblica, potrà chiedermi ricevendo ampia informazione e soddisfazione perché non c’è nulla di segreto. Il nostro gruppo, 147 senatori e 53-54 dipendenti, aveva una dimensione di una piccola o media azienda.
Concludo Presidente, scusandomi con i colleghi se ho abusato di qualche tempo. Poi il resto si accerterà nelle sedi competenti. La mia serenità è assoluta. Perché non un euro è stato speso al di fuori degli scopi istituzionali per cui quei soldi sono stati destinati. L’attività politica del gruppo parlamentare ,il pagamento in corso d’opera e ahimè anche successivamente con le cause in corso di coloro che hanno lavorato per i gruppi. Sapete che i finanziamenti, i contributi sono dati per l’attività del gruppo e per il personale. Da questi scopi quelle risorse non sono state mai sottratte.
E quindi voglio dire in conclusione che per quanto mi riguarda parlano certamente i fatti.
Credo, caro Presidente, nell’anomalia di questo dibattito, ma io sono persona che affronta i problemi in diretta e non mi sono mai sottratto a nulla, parlino per le persone anche le biografie personali. E io sono orgoglioso di aver risparmiato per fronteggiare delle vertenze e di non aver speso, come avrei potuto, per attività politiche e del gruppo, perché quei fondi sono stati assegnati per quella finalità. Vedremo se avere fatto degli accantonamenti per affrontare delle normali vicende giudiziarie di lavoro, controversie le chiamerei, è stato un reato o meno. Personalmente credo di no, ma lo dico con serenità e sottovoce. Parlano i fatti, ma per quanto mi riguarda, cari colleghi, parla anche la mia storia personale, di trasparenza e di rigore morale, della quale sono orgoglioso.