Hanno ragione quanti, nel mondo della produzione, propongono di abbassare l’Iva dal 21 al 20 per cento, anziché portarla al 22. La crisi economica, il crollo dei consumi, la perdita di potere di acquisto per le famiglie hanno dimostrato che con l’aumento della pressione fiscale sono diminuiti gli acquisti e di conseguenza le entrate per lo Stato. Non è quindi paradossale sostenere che, abbassando l’Iva, aumenterebbero gli incassi. Ci sarebbero piuttosto una maggiore disponibilità di liquidità per le famiglie e una maggiore propensione ai consumi. Anche l’Europa si deve rendere conto che la politica fiscale imposta è devastante e distrugge l’economia. Bisogna cambiare la direzione di marcia.
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