È ripartito il congresso del Pd. Il comunista cromosomico Barca si propone come leader di un partito che si unisca a Vendola e che si sbilanci sempre più a sinistra. Renzi ritorna in campo e rivendica il suo ruolo. D’Alema non si arrende e Bersani annaspa. Fino a quando dovremo pagare le conseguenze di questo eterno congresso del Pd? Non si può subordinare il futuro dell’Italia e delle istituzioni, compresa la presidenza della Repubblica e del Consiglio, all’eterna faida di questo schieramento politico. Bersani non ha i numeri per fare un governo. Il Pd non ha il diritto di imporre in maniera unilaterale un Presidente della Repubblica in un momento così delicato per l’Italia. Il Pdl si è mosso con lungimiranza e generosità, pronto a condividere la scelta di un Capo dello Stato di garanzia per tutti ed anche le fatiche di un governo che si occupi di economia, di lavoro, delle famiglie. Auspichiamo che il Pd si renda conto dei problemi degli italiani e della sua mancanza di numeri per governare o imporre qualunque altro tipo di scelta. Questo spettacolo stucchevole della faida interna ha stancato ed è la prima causa della loro incapacità di aggregare consensi. Invece il Pdl vede premiato, anche dai sondaggi di queste ore, il proprio atteggiamento serio, costruttivo e responsabile che anche domani a Bari troverà una chiara espressione.
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