“Meta è proprietaria di diverse piattaforme che accolgono nel nostro Paese identità digitali e contenuti di personaggi pubblici, aziende, enti ed istituzioni consentendo tramite servizi a pagamento di promuovere pagine e post. L’impresa ha prima annunciato e poi implementato un meccanismo di diretto controllo sull’informazione ritenuta politica, che autorizza la multinazionale a leggere, analizzare, valutare e alterare tramite un’IA la visibilità dei contenuti da essa considerati politici, senza darne diretta notizia agli interessati. Sostiene, quindi, un funzionamento ‘erga omnes’ di tale meccanismo, ossia su tutti i contenuti pubblicati sugli utenti di tutte le sue piattaforme: oltre 3 miliardi di persone con miliardi di contenuti pubblicati settimanalmente. La Commissione Europea, in data 30 aprile 2024, ha ufficialmente aperto un’inchiesta contro Meta, sospettando che la sua policy di controllo dell’informazione politica sia illegittima in quanto violi il recente Digital Service Act. Meta svolgerebbe così il proprio servizio in maniera totalmente arbitraria, sfuggendo a regolamentazioni di pariteticità tra i partecipanti attivi delle proprie piattaforme. Sembrerebbe che non abbia condiviso le metodologie e i criteri con i quali valuta un contenuto ‘politico’, né quelli con i quali classifica, valuta e aumenta o diminuisce la visibilità di suddetta tipologia di contenuto nella ‘NewsFeed’. Dato che lo sforzo richiesto per analizzare, classificare e regolare nell’arco di pochi minuti, con un sistema di intelligenza artificiale, miliardi di contenuti prodotti da miliardi di utenti sarebbe quasi certamente inaccessibile anche per una multinazionale come Meta, si sospetta che la multinazionale non operi questo sistema di controllo su tutti gli utenti, ma solo su apposite liste con personaggi politici, giornalisti e opinionisti. Per questo ho presentato una interrogazione al Ministro delle imprese e del made in Italy e al Ministro della giustizia per sapere quale sia la funzione che regola l’approvazione temporale di inserzioni, la cui eventuale disparità spesso costituisce un discrimine tra aziende, partiti o personaggi che trattano lo stesso tema. Quale sia l’indice di comparsa dei post da parte delle pagine pubbliche sulle bacheche dei follower. Cosa Meta intenda per ‘contenuto politico’ e come funzioni il meccanismo che oggi è alla base di questa policy di controllo sull’informazione politica, che ne regola la visibilità. Si chiede di chiarire la composizione delle liste di personaggi politici, opinionisti, giornalisti o altri autori su cui Meta fa operare questo sistema di controllo e quali siano le ragioni dietro la loro compilazione. Gli organi competenti sono a conoscenza di queste pratiche? Cosa intendono fare a loro riguardo per salvaguardare il corretto funzionamento dell’informazione politica su piattaforme che costituiscono, di fatto, un’infrastruttura critica? Infine, attesa la grande attività di relazioni istituzionali intrattenuta da Meta nel nostro Paese, sarebbe utile conoscere di quali società di lobby e pubbliche relazioni Meta si serve, con i relativi contratti, quali clienti di queste società intrattengano rapporti commerciali con Meta e quali siano i termini, le condizioni di trattamento su inserzioni e comparsa dei relativi post”.
Così il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri
Roma 7 maggio 2024