“Basta buttare soldi pubblici dentro una autentica idrovora come Open Fiber, che va chiusa subito salvaguardando gli investimenti fatti e i dipendenti, nel quadro del confuso riordino della rete Tlc. Sono stupito da alcune affermazioni del vertice di Open Fiber secondo cui sarebbe ‘un asset strategico imprescindibile per qualsiasi ragionamento sulla digitalizzazione del paese’. Tutti sanno che Open Fiber è ormai assolutamente marginale per lo sviluppo della digitalizzazione del paese. Nelle aree nere esistono due reti, quindi 8,5 milioni di unità immobiliari coperte da Open Fiber, paradossalmente non c’è necessità esistendo una valida alternativa. E quindi, se di danno di duplicazione vogliamo parlare, il danno è già stato fatto. Dei 3 milioni delle aree bianche ricordo a tutti che la rete è di proprietà di Infratel quindi dello Stato, ed Open Fiber è semplicemente un concessionario del quale facilmente si può fare a meno trasferendo la concessione, come è stato fatto in altri casi, ad un qualsiasi altro soggetto capace di rispettare gli impegni. Nelle aree grigie commerciali invece Open Fiber non ha né capacità operativa, né soldi per fare la rete. È evidente quindi che, in queste aree, sarà TIM a farla. È poi opinabile che siano 14 milioni le unità immobiliari coperte in FTTH da Open Fiber, visto che quelle realmente vendibili, dove un cittadino può firmare un contratto con un operatore per vedersi attivato il servizio in fibra, sono poco più di 11 milioni di cui circa 8,5 milioni nelle cosiddette aree nere e circa 3 milioni nelle cosiddette aree bianche. Sulla questione delle aree bianche e sulla fantomatica accelerazione dei lavori da parte di Open Fiber cito i dati ufficiali di Infratel, 6.411.150 di case coperte in FTTH con connessione collaudata e servizio attivabile, che nel piano industriale sarebbero dovute finire al giugno 2023 ed invece, alla fine di giugno 2023, erano 2.841.663 cioè meno della metà degli obblighi previsti dalla concessione. Incredibile poi leggere che Rossetti abbia avuto il coraggio di chiedere extra soldi al Governo (850 milioni solo per le aree bianche) per realizzare parti della rete che, sin dall’inizio, era previsto dovessero essere realizzati da Open Fiber. Ma ancor più paradossale è che chiede questi soldi al Governo dopo aver ridotto del 30% i canoni di utilizzo della fibra che gli operatori devono pagare. In sostanza sta riducendo i propri ricavi e chiede al Governo quindi di finanziarlo per l’incomprensibile scelta di ridurre i canoni non essendo stato in grado neanche di fare una corretta azione commerciale che prescindesse dalla mera riduzione del prezzo. Ma Open Fiber è una azienda pubblica o privata? Perché Rossetti quando chiede i soldi dice che è una azienda pubblica, quando li deve spendere dice che è una azienda privata? E la Cassa Depositi e prestiti non immagini di buttare i soldi dei risparmiatori in questo disastro”.
Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri
Roma 28 agosto 2023