“L’ex magistrato Gian Carlo Caselli, in un articolo, chiede se ci furono cedimenti dello Stato sul 41 bis dopo le stragi di mafia del ‘92. Sa benissimo che i cedimenti ci furono. Li decisero Scalfaro e Ciampi che tramite Conso cancellarono il carcere duro, il 41 bis e centinaia di boss mafiosi. La cosa è nota da anni. Conso, allora Ministro della Giustizia, si prese la responsabilità in esclusiva. Lo fece per un suo senso del dovere, ma è evidente che le direttive erano arrivate dal Quirinale. In quel tempo Scalfaro cambiò anche il direttore dell’amministrazione penitenziaria, sostituendo ingiustamente il magistrato Amato. Caselli dovrebbe anche ricordarsi che, nella procura di Palermo, fu archiviata l’inchiesta ‘mafia-appalti’ di Paolo Borsellino a pochi giorni dalla sua morte. Chi ha firmato quella archiviazione oggi pontifica non più nelle procure, ma addirittura nel Parlamento. Ci sono colleghi di Caselli che, a Palermo, dovrebbero giustificare molte cose del loro passato. Caselli conosce la verità. Sa chi era responsabile delle fughe di notizie della procura di Palermo. Quando arrivò in quella città alcuni suoi colleghi gli dissero come stavano le cose. Caselli, del quale molte idee non condivido, ha sempre avuto una condotta rigorosa. Non si può dire così di tutte le toghe. Ho ricordato in Parlamento la responsabilità di uno come Di Matteo che, nel passato, ha avallato le bugie su Scarantino che si autoaccusava della strage di via D’Amelio. Ho chiesto che Di Matteo, Scarpinato e molti altri si scusino davanti al Paese per le ingiuste accuse agli eroi della lotta alla mafia come Mori, De Donno e Subranni. La storia, l’ho detto a Palazzo Madama e lo confermo, non è finita. La storia comincia ora. E sapremo la verità. Anche sulla responsabilità di alcuni magistrati”.
Lo dichiara il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (FI)
Roma 30 aprile 2023