Sempre convinto che il presidente della Repubblica abbia fatto bene a sollevare il conflitto con la Procura di Palermo, e certo che tante iniziative di Ingroia meritino fondatissime critiche, non vorrei che questa vicenda ne oscuri altre due. E’ infatti sempre più necessaria una normativa che regolamenti diversamente le intercettazioni. La vicenda palermitana, comunque, non può essere archiviata insieme agli eventuali abusi nelle intercettazioni. Resta il fatto che illustri predecessori di Napolitano, come Scalfaro e Ciampi e lo stesso Mancino con Conso sono stati in posizione di grande influenza quando venivano cancellati centinaia di provvedimenti per il carcere duro ad esponenti pericolosi della mafia. Tutto questo avvenne in un quadro tutto da chiarire, e quindi non vorremo che le discussioni di queste ore cancellino le eventuali responsabilità ed i comportamenti che io più volte ho definito da resa dello Stato nei confronti della mafia. Siamo, insomma, di fronte a questioni diverse: probabili abusi ai danni di Napolitano, uso eccessivo di intercettazioni a danno di tantissimi, e comportamenti inauditi nei confronti della criminalità organizzata da parte di chi negli anni 93-94 stava al Quirinale, a Palazzo Chigi ed al Viminale. Le ragioni di taluno non cancellano i torti di molti altri.
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